Episodios

  • Viaggio in Italia 1779 da «Viaggio in Italia» di Antonio Canova
    May 10 2025
    Venezia 9 ottobre - Loreo 10 ottobre - Ferrara 11 ottobre

    Partii alle ore 5 e trenta da Venezia sul corriere di Firenze - il mezzo di trasporto più economico -, su acqua.
    Dove eravamo una compagnia pulita, composta da una signora molto bella con un'altra donna, che credo fosse cameriera della suddetta, un frate zoccolante giovane e molto pulito, e poi diverse altre persone, tra le quali c'era un bolognese graziosissimo.

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    Antonio Canova, raggranellato un gruzzolo con la prima committenza importante, un Antonio poco più che ventenne partì nell’ottobre 1779 da Venezia per un gran tour di nove mesi: Bologna, Firenze, Roma, Napoli.
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    4 m
  • Laudato si’, mi’ Signore «Laudato Sì» Enciclica sulla cura della casa comune di Papa Francesco
    May 9 2025
    Niente di questo mondo ci risulta indifferente
    Uniti da una stessa preoccupazione
    San Francesco d'Assisi
    Il mio appello

    «Laudato si’, mi’ Signore» cantava san Francesco d’Assisi.In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba»
    .
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    Nel 2015, Papa Francesco decise di scrivere ed emanare questa enciclica doppiamente rivoluzionaria, perché ogni enciclica papale di ogni Papa è stata una pietra miliare e perché questa di Francesco riprende il famoso inno di San Francesco.
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    24 m
  • Il filo infinito da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    May 8 2025
    San Giorgio, Veneto

    Sono a Venezia, trincerato nel Monastero Benedettino dell'isola di San Giorgio, in cerca di un ultimo ancoraggio.
    C'è acqua alta, un caldo innaturale, un tramonto incendiario che deflagra su San Marco e Punta della Dogana.
    Il mare tracima, batte contro il portale della chiesa dedicata al Santo che sconfigge il drago, io mi aggrappo a queste mura millenarie come ha una scialuppa di salvataggio, in cerca di salvezza dall'onda di marea imminente.
    L'isola mi accoglie, mi offre riparo, diventa arca nel diluvio e accentua la separatezza della fede rispetto a un mondo alla deriva.
    San Giorgio come l'arcipelago delle Soloveckie in mezzo al Mar Bianco, il monastero russo che divenne gulag e oggi rivive con le sue cupole a bulbo scintillanti d'oro nella bruma del Nord.
    Dal canale della Giudecca sbuca un transatlantico illuminato da cinquemila passeggeri. Immenso, più alto della chiesa della Salute, sullo sfondo di un cielo rosso fuoco.
    Non importa di vedere, gli basta essere visto. La città artificiale passa, indifferente, sul cadavere di quella vera.
    Orazione della sera. Sette monaci soli, sette uomini neri, presidiano questa immensa abbazia di fronte a San Marco.

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    Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede.Con l'efficacia di una formula: ora et labora.Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Paolo Rumiz li ha cercati nelle abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio.Un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
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    28 m
  • Capitolo 11 - Arrivederci, Topolino! da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    May 8 2025
    Mancava poco alla nostra partenza e uno degli avvenimenti di quei giorni fu l'ultima gita con la Topolino e il suo nuovo proprietario.
    Questo evento merita una descrizione a parte.
    Come l'immatricolazione anche la vendita della Topolino ci regalò un'indimenticabile esperienza. Quel pomeriggio io sedevo al volante e il nostro giovane amico italiano accanto a me.
    La tasca del suo soprabito era gonfia delle cinquecentoquarantamila lire, sapevo che aveva con sé tutto quel denaro perché l'avevo appena accompagnato in banca con la Topolino.
    Il mio ultimo dovere era di andare con lui, che era l'acquirente, all'Ufficio Immatricolazioni.
    Dove ti confidare qualche modulo (scrivendo, ovviamente, il nome di mio padre), presentare il passaporto e ricevetti dal compratore una dichiarazione autenticata e piena di sigilli e bolli, attestante che da quel momento non ero più responsabile dei danni provocati da Topolino a persone o cose.Stava andando tutto a meraviglia quando il vigile alzò improvvisamente la mano e io frenai, forse un po' troppo precipitosamente.
    Crash! Un furgoncino a tre ruote ci aveva urtato.
    Anche Moby Dick aveva colpito e affondato il Pecuod.
    Fu un momento di costernazione di terrore.
    Gridai al mio amico: "Muoviamoci, non dobbiamo fermarci!".
    Il mio unico pensiero era di evitare il vigile e il suo taccuino.
    Ma il futuro proprietario era di altro avviso: "Un’ammaccatura!” gridò, “Un ammaccatura che mi costerà 5000 lire!".
    Balzò fuori dalla macchina mentre il traffico ci ruotava attorno con occhiate di scherno poi, quello che avevo temuto, avvenne: il rappresentante della legge scese dal suo piedistallo, lasciando che il traffico se la cavasse da sé.
    Si avvicinò serio in volto. Aveva sfoderato il taccuino grande e bianco.
    Ci sospinse verso il bordo della strada, scrisse il mio nome e quello del mio cliente e iniziò una di quelle discussioni possibili solo in Italia, mentre la folla si radunava intorno.
    Da dove mi trovavo potevo vedere l'Ufficio Immatricolazione: la nostra meta.
    Vedevo anche l'ammaccatura sul di dietro della Topolino.
    Non c'è giustizia a questo mondo!
    Riesce difficile pensare che tutto questo capitava solo tre mesi fa e che non ci fu nessuna causa per l'incidente, perché il proprietario del furgoncino delle verdure pagò per l'ultima ammaccatura da Topolino: una storia a lieto fine.
    Il mio amico italiano era una specie di genio, batté tutti: il vigile, il conducente del furgoncino e l'assicurazione.
    Grazie alla sua eloquenza, all'Ufficio Immatricolazioni il passaggio di proprietà richiese solo poche ore.
    Quando ci stringemmo la mano per salutarci, le mie tasche erano imbottite di soldi, ma avevo perso la Topolino per sempre!
    Ne sento ancora la mancanza e spesso penso che dovrei scriverle, soprattutto quando siamo finalmente riusciti a collocare in giardino la statua di San Francesco.
    È di marmo e ci sono gli uccellini. L'abbiamo trovata a West Dennis, Massachusetts.

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    Un’originale coppia di americani, l’indimenticabile cult-car Topolino e le strade d’Italia: un Grand Tour anni ‘50 in cui si parla di persone oltre che di luoghi d’arte; davanti ai loro occhi affascinati scorre un’Italia tutta da amare.
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    29 m
  • La Topolino alle porte di Venezia da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    May 6 2025
    A volte lo spirito di una città si coglie a distanza.
    Ricordo una lontana, fuggevole visione di Toledo, con la sua lunga, bianca strada serpeggiante che attraversa la pianura antistante.
    O ancora davanti agli occhi Città del Messico sul suo nobile altopiano o ancora Quebec vista dal San Lorenzo o le grandi metropoli occidentali che innalzano i loro grattacieli al di sopra della prateria.
    Ma nessuna città vista da lontano può eguagliare Venezia: la lunga strada che la collega alla terraferma, il cielo bianco e azzurro, i baluginio dell'acqua, il profilo del campanile.
    Fu solo un attimo. Non è il caso, comunque, di cadere nei luoghi comuni su Venezia.
    Come arrivare all'albergo? Cosa fare della Topolino?
    Peccato che non fosse un mezzo anfibio! Non avrebbe potuto vedere molto di Venezia.
    Avevamo pensato di parcheggiarla all'ingresso della città fino al nostro ritorno, ma un vigile ci disse di no: la Topolino, obbediente, se ne andò in un nuovo, grande, spazioso garage dove fu messa al quinto piano.
    Per una settimana (fatta eccezione per le gite al Lido) non vedemmo un solo veicolo: né auto, né motociclette o biciclette e nessuna vettura.
    A Venezia si va in barca o in gondola ... o si cammina.

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    Un’originale coppia di americani, l’indimenticabile cult-car Topolino e le strade d’Italia: un Grand Tour anni ‘50 in cui si parla di persone oltre che di luoghi d’arte; davanti ai loro occhi affascinati scorre un’Italia tutta da amare.
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    20 m
  • La sinfonia da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    May 6 2025
    Camerino, Marche

    Il secondo, struggente movimento della prima sinfonia di Vasilij Kalinnikov si diffonde nella sera.
    Arriva da lontano, sento nitidamente ogni singolo strumento. Violino, fagotto, basso tuba.
    Tutto, intorno, è silenzio e grilli.
    Spettacolo di una notte d'estate italiana che non scende dal cielo, ma scaturisce dal profondo della Terra.
    Un buio liquido che zampilla da ogni avvallamento, dirama i suoi rivoli tra i monti, diventa ragnatela, poi lago, e chiama le prime stelle.
    Dal pizzicato dei violini emerge l'oboe, solitario.
    Descrive fiumi e pianure e betulle e notti bianche del Nord.
    È la European Spirit of Youth Orchestra che prova, in cima alla collina.
    I miei ragazzi, belli, felici, che si preparano al concerto.
    E io, il vecchio, il narratore, in solitario che ogni tanto si apparta e va a camminare per sentieri.
    È stata la terra di Benedetto a chiamarci qui, noi che abbiamo quel Santo per protettore.
    L'università di Camerino ci ha aperto le porte, come un monastero che accoglie i pellegrini.
    È il periplo che si chiude in musica, proprio là dove doveva. In Appennino.

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    Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede.Con l'efficacia di una formula: ora et labora.Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Paolo Rumiz li ha cercati nelle abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio.Un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
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    30 m
  • L'Orda e le steppe da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    May 5 2025
    Pannonhalma, Ungheria

    Basta seguire il Danubio, i pioppi, le cicogne.
    Il segno di Benedetto ci segue anche qui, rassicurante, con la corrente verdegrigia del fiume d’Europa.Pannonhalma, un nome che sa di mandrie e praterie e mi chiama con le sue arcane sonorità ugro-finniche.
    Uno scoglio millenario, un bastione che emerge dai vigneti con la stessa forza dominante e la stessa potenza feudale di Montecassino in Italia.
    Le due abbazie si assomigliano nel destino.
    Come la seconda ha subìto la distruzione dei Saraceni e quella degli Alleati contro i tedeschi, così la prima ha vissuto l’invasione turca e quella sovietica.
    Ma rispetto a Cassino c’è qualcosa in più: la sindrome del Limes.
    L’ancoraggio di fede vissuto come sentinella contro l’Orda che viene da Oriente.

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    Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede.Con l'efficacia di una formula: ora et labora.Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Paolo Rumiz li ha cercati nelle abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio.Un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
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    40 m
  • Capitolo 9 - Firenze, Bologna e l'Emilia da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    May 5 2025
    Di Firenze amo le pensioni all'ultimo piano dei palazzi.
    La nostra si chiamava pensione cupola, ma l'ingresso non lasciava presagire nulla di buono.
    Mi ritrovai in un lugubre vestibolo davanti a un ascensore chiuso a chiave, e dovevo salire al quinto piano.
    Arrivare a destinazione, al termine di una fastidiosa giornata di viaggio, metteva sempre a dura prova i miei nervi, ma sentivo che la fortuna sarebbe tornata e così fu.
    Sì materializzò nelle sembianze di un lattaio che trasportava un carico di latte non pastorizzato. Il lattaio si inchinò, estrasse una chiave e mi fece entrare nell'ascensore.
    Saliì e, con mia grande gioia, il quinto piano si dimostrò decisamente gradevole, dotato di due reception, un bar e delle confortevoli stanze.
    Il proprietario confermò la mia prenotazione e mi condusse in una stanza che aveva una piccola doccia infilata in una nicchia nel muro.
    “Mi dispiace“, dissi tristemente, "mi serve qualcosa di più ... completo“; la seconda camera che mi mostrò aveva solo una finestra (dalla quale avrei potuto saltare senza sforzo sul tetto del Duomo), ma vantava una stanza da bagno degna del Waldorf-Astoria. Venni, vidi, firmai.
    Dopo aver recuperato Mary Lee, portare la Topolino in un garage non troppo vicino, ma irreprensibile per dimensioni, frastuono e per lo spazio in cui scrivere il nome di mio padre nel modulo.
    Tornai al numero uno e mi stesi sul letto.
    Non era bello girare l'Italia in macchina?
    Questa volta il mio tour di Firenze fu soprattutto un viaggio della mente.

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    Un’originale coppia di americani, l’indimenticabile cult-car Topolino e le strade d’Italia: un Grand Tour anni ‘50 in cui si parla di persone oltre che di luoghi d’arte; davanti ai loro occhi affascinati scorre un’Italia tutta da amare.
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    37 m
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