• L’avvertimento di Putin: “Ora il conflitto è globale, siamo pronti a colpire”,
    Nov 23 2024
    L’avvertimento di Putin: “Ora il conflitto è globale, siamo pronti a colpire”,Si sta aggravando pericolosamente la profonda tensione che contrappone Russia e Occidente nel conflitto in Ucraina, al punto tale che il presidente russo Vladimir Putin ha detto di essere pronto a colpire i Paesi che hanno fornito e permesso all’Ucraina l’utilizzo di missili a lungo raggio in territorio russo, a partire da Gran Bretagna e Stati Uniti. Secondo il capo del Cremlino, tale autorizzazione ha fatto assumere al conflitto un carattere globale, in quanto i Paesi occidentali sono considerati direttamente coinvolti nelle operazioni sul campo. Da quando il presidente americano Joe Biden ha approvato l’utilizzo di missili a lunga gittata da parte di Kiev per colpire Mosca domenica scorsa – seguito a ruota da Gran Bretagna e Francia – le forze ucraine hanno attaccato la Russia con sei ATACMS di fabbricazione statunitense il 19 novembre e con missili Storm Shadow britannici e HIMARS di fabbricazione statunitense il 21 novembre: «Da quel momento, come abbiamo sottolineato più volte, il conflitto in Ucraina, provocato dall’Occidente, ha acquisito elementi di natura globale», ha affermato il presidente russo in un discorso televisivo alla nazione trasmesso ieri sera. Lo stesso ha anche avvertito che la Russia si riserva il diritto di colpire le nazioni coinvolte: «Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono che le loro armi vengano usate contro le nostre strutture», ha affermato, aggiungendo che «Se qualcuno ne dubita, allora si sbaglia: ci sarà sempre una risposta».Il monito verbale è stato preceduto da quello sul campo: le forze armate moscovite, infatti, hanno testato ieri un nuovo missile ipersonico non nucleare a medio raggio (IRBM) noto come “Oreshnik” (il nocciolo). Il missile è stato lanciato contro un’azienda missilistica e di difesa nella città ucraina di Dnipro, dove ha sede la società di missili e razzi spaziali Pivdenmash, nota in russo come Yuzhmash. Inizialmente, l’aeronautica militare ucraina aveva riferito che l’attacco era stato effettuato con un missile balistico intercontinentale (ICBM), ma funzionari occidentali hanno smentito tale informazione, confermando che si tratta di un IRBM, come riferisce anche il Kyiv Independent. Putin ha affermato che il lancio ha avuto successo e che potrebbero seguirne altri, previo avvertimento della popolazione civile e senza timore che i nemici vengano a conoscenza in anticipo dell’attacco, in quanto non ci sono contromisure contro quel tipo d’arma: «Lo faremo per motivi umanitari, apertamente, pubblicamente, senza alcuna preoccupazione circa eventuali contromisure da parte del nemico, che riceverà anche queste informazioni. Perché senza alcuna preoccupazione? Perché al momento non ci sono contromisure per quest’arma», ha affermato. Il capo del Cremlino ha spiegato che Mosca sta sviluppando missili a corto e medio raggio in risposta alla prevista produzione e al successivo dispiegamento da parte degli Stati Uniti di analoghe armi a medio e corto raggio in Europa e nell’Estremo Oriente, come conseguenza del ritiro formale e unilaterale da parte di Washington nel 2019 dal Trattato sulle forze nucleari a medio raggio (INF). «Credo che gli Stati Uniti abbiano commesso un errore distruggendo unilateralmente il trattato sull’eliminazione dei missili a medio e corto raggio nel 2019 con un pretesto inverosimile».Per quanto riguarda la situazione sul campo, il presidente della nazione eurasiatica ha spiegato che le forze russe avanzano con successo lungo l’intera linea del fronte e che «tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati vengono raggiunti». Ha altresì detto che l’uso dei missili occidentali a lungo raggio «non è in grado di cambiare il corso delle azioni militari nella zona dell’operazione militare speciale», così come anticipato anche da alcune testate occidentali, tra cui il New York Times. Secondo quanto riferito dal capo russo, l’attacco missilistico ucraino con ATACMS non è riuscito a infliggere danni gravi, mentre l’attacco con gli Storm Shadow nella regione di Kursk del 21 novembre, diretto a un punto di comando, ha causato morti e feriti.Gli ultimi mesi della presidenza Biden hanno spinto il conflitto a un livello di scontro mai raggiunto prima: dopo i missili a lungo raggio, infatti, proprio ieri Biden ha deciso di concedere all’Ucraina anche l’impiego di mine antiuomo, nonostante il loro uso, sviluppo e trasferimento sia vietato dalla convenzione di Ottawa del 1997 per i danni devastanti che possono infliggere sui civili e il territorio. L’intenzione sembra, dunque, essere quella di creare il maggior danno possibile prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca che – stando alle dichiarazioni del presidente eletto – dovrebbe portare a un rapido cessate il fuoco, segnando quindi il tramonto delle ...
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  • Mandato della CPI contro Netanyahu: quali sono le possibili conseguenze?
    Nov 21 2024
    Mandato della CPI contro Netanyahu: quali sono le possibili conseguenze?Sono passate poche ore da quando la Camera Preliminare della Corte Penale Internazionale ha deciso di emettere mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, ma sono già arrivate le prime reazioni. Da Israele, partendo dal governo e passando per l’opposizione, piovono le accuse di antisemitismo contro la CPI e contro il procuratore Karim Khan. A Bruxelles, l’Alto Commissario per gli Affari Esteri uscente, Josep Borrell, ha ricordato ai Paesi membri dell’UE che gli ordini della CPI sono vincolanti, e che in ogni Paese firmatario vige l’obbligo di arrestare gli accusati nel caso in cui si trovassero su suolo nazionale. Negli USA, invece, uno dei primi a esprimersi è stato il futuro consigliere per la Sicurezza Interna, Mike Waltz, che ha mostrato pieno sostegno a Netanyahu, così come la stessa Casa Bianca. Una domanda, tuttavia, sorge spontanea: quali sono, fuori dalle dichiarazioni, le possibili conseguenze di tale decisione? Dalle questioni giuridiche a quelle di natura politica, i potenziali scenari sono molteplici e gli effetti dei mandati meno scontati di quanto appaiano.Mandati di arresto della CPI: accuse e reazioni.I mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant sono stati richiesti dal procuratore della CPI, Karim Khan, lo scorso 20 maggio. Nei loro confronti sono state formulate accuse di crimini di guerra e contro l’umanità, commessi «sul territorio dello Stato di Palestina (nella Striscia di Gaza) almeno dall’8 ottobre 2023». Tra questi vi sono l’affamare la popolazione come strategia di guerra, il «causare intenzionalmente grandi sofferenze, o gravi lesioni al corpo o alla salute», l’«uccisione intenzionale» e gli «attacchi intenzionalmente diretti contro la popolazione civile», lo sterminio, la persecuzione e altri «atti inumani». Tutte le accuse lanciate da Khan sono state accolte, ed è stato analogamente riconosciuto l’intento “punitivo” verso i civili che secondo il procuratore si cela dietro i vari crimini di Israele.Le prime reazioni ai mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant sono arrivate poco dopo l’annuncio della CPI. Il primo a esporsi è stato il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, che ha condannato fermamente la decisione della Corte. Qualche ora dopo è arrivata la risposta di Netanyahu, che si è scagliato contro il procuratore Karim Khan: «La decisione di emettere un mandato di arresto contro il Primo Ministro è stata presa da un procuratore capo corrotto che sta cercando di salvarsi dalle accuse di molestie sessuali e da giudici prevenuti, motivati ​​dall’odio antisemita verso Israele». Una delle prime reazioni internazionali, invece, è arrivata dal Ministero degli esteri olandese, che ha comunicato che se Netanyahu o Gallant dovessero trovarsi su suolo nederlandese, verranno arrestati. In Italia il primo a esprimersi è stato Antonio Tajani, che ha parlato con quella particolare opacità mascherata da moderatezza che contraddistingue il linguaggio della politica: «Noi sosteniamo la CPI ricordando sempre che la Corte deve svolgere un ruolo giuridico e non politico. Valuteremo insieme ai nostri alleati cosa fare e come interpretare questa decisione e come comportarci insieme su questa vicenda». La Casa Bianca, infine, ha espresso piena condanna verso la decisione della CPI.Conseguenze giudiziarie.Le conseguenze più dirette del mandato di arresto sono certamente quelle di natura giuridica. Malgrado le dichiarazioni di Tajani, dopo l’emanazione di un mandato d’arresto da parte della CPI c’è poco da «valutare» o «interpretare»: si deve semplicemente rispondere ai propri doveri. Le decisioni della Corte Penale, infatti, sono vincolanti e i Paesi firmatari hanno l’obbligo di rispettarli. I mandati di cattura, di preciso, stabiliscono che i Paesi arrestino le persone coinvolte nel caso in cui esse mettano piede nel loro territorio, per poi consegnarle al Tribunale. Gli stessi Stati Uniti hanno ricordato spesso questi doveri ai firmatari, specialmente nel caso dei mandati contro Putin. L’ultima volta risale giusto allo scorso settembre, quando Putin è volato in Mongolia nel suo primo viaggio in un Paese firmatario dello Statuto di Roma da quando è sotto ordine di cattura internazionale. Come prevedibile, la Mongolia non lo ha arrestato.La CPI, dopo tutto, si fonda sul principio di cooperazione degli Stati e non è dotata di alcun organo esecutivo che renda efficaci le proprie decisioni. Tra i firmatari, tra l’altro, vi è un’importante lista di grandi assenti, tra cui si annoverano Stati Uniti, Russia, Cina, e la stessa Israele. Va comunque fatto un distinguo: uno dei principi fondativi dell’Italia e di quasi tutti i Paesi europei è quello della separazione dei poteri. Nel caso in cui Netanyahu dovesse atterrare in Italia, a prendersi carico dell’...
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  • Nuova dottrina nucleare della Russia (PUNTI CHIAVE).
    Nov 20 2024
    Nuova dottrina nucleare della Russia (PUNTI CHIAVE).
    Il presidente Vladimir Putin ha approvato le modifiche ai principi fondamentali della politica statale della Federazione Russa sulla deterrenza nucleare.
    Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato ufficialmente una nuova dottrina nucleare nazionale che delinea gli scenari in cui Mosca sarebbe autorizzata a schierare il suo arsenale nucleare. Ecco i punti chiave del documento aggiornato, come stabilito sul sito web del Cremlino.
    1. La politica statale sulla deterrenza nucleare è di natura difensiva, mira a mantenere il potenziale delle forze nucleari a un livello sufficiente per la deterrenza nucleare e garantisce la protezione della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale dello Stato e la deterrenza di un potenziale avversario dall'aggressione contro la Federazione Russa e/o i suoi alleati. In caso di conflitto militare, questa politica prevede la prevenzione di un'escalation di azioni militari e la loro cessazione a condizioni accettabili per la Federazione Russa e/o i suoi alleati.
    2. La Federazione Russa considera le armi nucleari come un mezzo di deterrenza, il loro uso è una misura estrema e forzata, e adotta tutti gli sforzi necessari per ridurre la minaccia nucleare e prevenire l'aggravamento delle relazioni interstatali, che potrebbero innescare conflitti militari, compresi quelli nucleari.
    3. La Federazione Russa garantisce la deterrenza nucleare nei confronti di un potenziale avversario, intendendo con ciò qualsiasi singolo stato o coalizione militare (blocchi, alleanze) che veda la Federazione Russa come un potenziale avversario e possieda armi nucleari e/o altre armi di distruzione di massa o forze convenzionali con una significativa capacità di combattimento. La deterrenza nucleare è inoltre garantita nei confronti di qualsiasi stato che fornisca il territorio, lo spazio aereo e/o lo spazio marittimo sotto il proprio controllo, nonché risorse per preparare e condurre un'aggressione contro la Federazione Russa.
    4. Un'aggressione di qualsiasi singolo stato di una coalizione militare (blocco, alleanza) contro la Federazione Russa e/o i suoi alleati sarà considerata un'aggressione della coalizione (blocco, alleanza) nel suo insieme.
    5. Un'aggressione contro la Federazione Russa e/o i suoi alleati di qualsiasi stato non nucleare con la partecipazione o il supporto di uno stato nucleare sarà considerata come un loro attacco congiunto.
    6. La Federazione Russa si riserva il diritto di usare armi nucleari in risposta all'uso di armi nucleari e/o altre armi di distruzione di massa contro se stessa e/o i suoi alleati, così come in caso di aggressione contro la Federazione Russa e/o la Repubblica di Bielorussia come costituenti dello Stato dell'Unione usando armi convenzionali, se tale aggressione crea una minaccia critica per la loro sovranità e/o integrità territoriale.
    7. La decisione di usare armi nucleari è presa dal Presidente della Federazione Russa.
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  • Come un asteroide che colpì la Terra 3 miliardi di anni fa aiutò la nascita della vita.
    Nov 19 2024
    Come un asteroide che colpì la Terra 3 miliardi di anni fa aiutò la nascita della vita.
    Provocò un gigantesco tsunami, fece ribollire gli oceani e ricoprì il cielo per anni con un fitto strato di polveri, ma allo stesso tempo pose le basi per la formazione della vita sulla Terra: è l’apocalittico scenario che caratterizzò il nostro pianeta oltre 3 miliardi di anni fa, quando un enorme asteroide, 200 volte più grande di quello che causò l’estinzione dei dinosauri, colpì la Terra. A scoprirlo è stato un team di ricercatori guidato da Nadja Drabon, che ha pubblicato i risultati in un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). L’impatto, denominato S2, avrebbe arricchito l’ambiente di elementi chiave per i batteri, favorendo la comparsa della vita sul pianeta. «Pensiamo che gli eventi di impatto siano disastrosi per la vita. Ma ciò che questo studio sta evidenziando è che questi impatti avrebbero avuto benefici per la vita, specialmente all’inizio, e potrebbero aver effettivamente permesso alla vita di prosperare», ha commentato la ricercatrice Nadja Drabon.
    Gli studi degli scienziati si sono concentrati sulla Terra primordiale, periodo caratterizzato da una frequenza elevata di impatti meteoritici e da forme di vita limitate a batteri e archea, un gruppo di microrganismi unicellulari noti per la loro capacità di vivere in condizioni estreme, come sorgenti termali, bocche idrotermali oceaniche e saline. Attraverso la raccolta e l’esame di campioni di roccia prelevati dalla Barberton Greenstone Belt in Sudafrica, sono state trovate prove di almeno otto eventi di impatto, tra cui quello causato dall’asteroide S2. Si tratta di un corpo fino a 200 volte più grande di quello che, 60 milioni di anni fa, sterminò i dinosauri e che, con i suoi 50 chilometri di diametro, avrebbe causato uno tsunami tale da trasportare enormi quantità di ferro dalle profondità oceaniche agli strati più superficiali. «Immagina di essere in piedi al largo della costa di Cape Cod, in una piattaforma di acque poco profonde. È un ambiente a bassa energia, senza forti correnti. Poi, all’improvviso, hai uno tsunami gigante che ti travolge e squarcia il fondale marino», ha spiegato Drabon.
    Ciò, combinato al fosforo che sarebbe arrivato dalla roccia spaziale, avrebbe creato una composizione chimica che stimolò la crescita di batteri specializzati, contribuendo all’evoluzione di nuovi organismi. «L’analisi di Drabon mostra che i batteri che metabolizzano il ferro sarebbero quindi proliferati subito dopo l’impatto. Questo spostamento verso batteri che favoriscono il ferro, per quanto di breve durata, è un tassello fondamentale del puzzle che descrive la vita primitiva sulla Terra. Secondo lo studio di Drabon, gli eventi di impatto dei meteoriti, sebbene si dica che uccidano tutto ciò che incontrano sulla loro scia, hanno avuto un risvolto positivo per la vita», concludono i ricercatori.
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  • Nel Trump 2.0 i petrolieri mettono le mani su politiche energetiche e parchi pubblici.
    Nov 19 2024
    Nel Trump 2.0 i petrolieri mettono le mani su politiche energetiche e parchi pubblici.Con l’arrivo delle nuove nomine, il prossimo governo Trump inizia a prendere forma, preannunciando gli obiettivi del prossimo quadriennio statunitense. L’ultima grande investitura è stata quella del dirigente petrolifero Chris Wright a segretario per l’Energia e membro del neoistituito Consiglio Nazionale per l’Energia, che dovrebbe gestire i parchi energetici del Paese. La nomina di Wright segue quella di Doug Burgum, politico vicino ai petrolieri statunitensi, allo stesso Consiglio per l’Energia e quella di Lee Zeldin, particolarmente critico verso le politiche di contrasto all’emergenza climatica, all’Agenzia per la protezione ambientale. Guidato dal fido Harold Hamm, uno dei pionieri della devastante pratica del fracking, la trivellazione tramite frattura delle rocce con getti di acqua e sostanze chimiche, complice di gravi contaminazioni ambientali e di rischi sismici. Trump sta gettando le basi per le prossime politiche ambientali, climatiche ed energetiche degli Stati Uniti, dandone l’intero impianto amministrativo in mano ai giganti del fossile.La nomina di Chris Wright è stata annunciata sabato 16 novembre e completa la triade di alcune delle maggiori figure che gestiranno le politiche ambientali ed energetiche del Paese. Fondatore di Liberty Energy, una società di servizi per i giacimenti petroliferi, Wright è nuovo nella scena politica statunitense, ma è anch’esso noto per le sue posizioni particolarmente vicine alle pratiche del fracking (o fratturazione idraulica) e per esprimere posizioni che negano l’esistenza di una crisi climatica. Un anno fa aveva pubblicato un video in cui sosteneva che «non esiste una crisi climatica e non siamo nemmeno nel mezzo di una transizione energetica», una posizione che cela un evidente conflitto d’interessi. Il suo compito sarà quello di incentivare gli investimenti attraverso tagli alla burocrazia. Wright guiderà il dipartimento dell’Energia e affiancherà Doug Burgum al neonato Consiglio Nazionale per l’Energia.Burgum è un noto imprenditore Governatore del Dakota del Nord. Nel corso delle primarie repubblicane, ha sospeso la sua candidatura presidenziale per appoggiare Trump, sviluppando un forte rapporto personale e politico con il presidente eletto. Dopo che Trump ha chiesto ai dirigenti dell’industria petrolifera di finanziare la sua campagna, Burgum ha gestito i dialoghi con i donatori a capo delle multinazionali del petrolio, e ha contribuito a guidare lo sviluppo della politica energetica della campagna del tycoon. Da quanto comunica Trump, il nuovo Consiglio Nazionale per l’Energia dovrebbe gestire l’intero parco energetico del Paese, amministrando «autorizzazione, produzione, generazione, distribuzione, regolamentazione, e trasporto di tutte le forme di energia del Paese», ed esercitando «tagli alla burocrazia e incentivando gli investimenti privati». Secondo il Washington Post, tale ufficio supervisionerà circa 500 milioni di acri di territorio federale (circa un quarto dell’intero territorio statunitense) e più di un miliardo di acri offshore.Altra figura di spicco nella prossima agenda energetica e ambientale statunitense è quella di Lee Zeldin, che sarà a capo dell’Agenzia per la protezione ambientale. Zeldin è un politico repubblicano di stampo conservatore che si è sempre battuto contro le limitazioni all’impiego di fonti fossili. Nel 2019 ha votato contro l’estensione della moratoria sulle trivellazioni offshore sulla costa del Golfo della Florida, e si è opposto al disegno di legge che avrebbe protetto il rifugio nazionale dell’Artico da nuove locazioni di petrolio e gas. Zeldin è sempre stato vicino a Trump, sostenendolo nelle varie cause che lo hanno visto coinvolto negli ultimi anni; tra l’essere una figura di fiducia e uno strenuo oppositore delle politiche anti-petrolio, egli rappresenta la guida perfetta del gabinetto dedicato all’ambiente. Nel comunicato di Trump si legge che Zeldin avrà il ruolo di tagliare le regolamentazioni sulle imprese energetiche del Paese, «mantenendo i più alti standard ambientali».A guidare le scelte del tycoon, tra cui la nomina di Wright, in materia di politica energetica è stato uno dei suoi più fidati consiglieri: il magnate del petrolio Harold Hamm, uno dei pionieri del fracking. La fratturazione idraulica è un’attività estrattiva, promossa dagli Stati Uniti fin dai primi anni 2000, finalizzata a ricavare petrolio e gas di scisto da rocce argillose nel sottosuolo. La tecnica consiste in una prima perforazione finalizzata a raggiungere i giacimenti nei quali, successivamente, si inietta ad alta pressione una miscela di acqua, sabbia e prodotti chimici di sintesi allo scopo di facilitare la fuoriuscita degli idrocarburi. Ad oggi, le criticità legate a questa pratica, oltre all’appurato aumentato rischio sismico, sono diverse, e vanno dall...
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  • “Make America healthy again”: Trump nomina Kennedy Jr. capo del Dipartimento della Salute.
    Nov 18 2024
    “Make America healthy again”: Trump nomina Kennedy Jr. capo del Dipartimento della Salute.
    Robert F. Kennedy Jr. (RFK Jr.), che aveva partecipato alla campagna presidenziale come indipendente prima di ritirarsi, è stato nominato da Donald Trump come Segretario dello United States Department of Health and Human Services, ovvero il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Trump, già nel suo primo discorso nella notte delle elezioni del 5 novembre, si era rivolto a Kennedy Jr. cambiando il suo famoso slogan, «Make America Great Again» in «Make America Healthy Again». «Contribuirà a riportare l’America di nuovo in salute. È un uomo eccezionale, e si impegna davvero. Vuole fare alcune cose e lo lasceremo fare», aveva detto Trump durante il suo discorso, non mancando di lanciargli una frecciatina rispetto alle sue posizioni sulle questioni ambientali. Kennedy Jr., negli ultimi anni, si è dimostrato molto attento sul tema della salute, ponendo l’accento sulla cattiva alimentazione promossa dalle aziende così come sulla qualità del cibo ma anche sui conflitti d’interesse che coinvolgono Big Pharma.
    «Per troppo tempo, gli americani sono stati schiacciati dal complesso alimentare industriale e dalle aziende farmaceutiche che hanno commesso inganni, disinformazione e informazioni errate quando si tratta di Salute Pubblica. La sicurezza e la salute di tutti gli americani sono il ruolo più importante di qualsiasi Amministrazione e l’HHS [il Dipartimento della Salute, ndr] svolgerà un ruolo importante nell’aiutare a garantire che tutti siano protetti da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla travolgente crisi sanitaria in questo Paese. Il signor Kennedy ripristinerà queste Agenzie alle tradizioni della Ricerca Scientifica Gold Standard e ai fari della Trasparenza, per porre fine all’epidemia di Malattie Croniche e per Rendere l’America di Nuovo Grande e Sana» ha dichiarato il neoeletto presidente, annunciano il nuovo ruolo di Kennedy Jr.
    Nel corso di un’intervista rilasciata a NBC News pochi giorni fa, Kennedy aveva dichiarato che Trump «Vuole che io faccia tre cose: eliminare la corruzione delle agenzie, in particolare i conflitti di interesse che hanno trasformato queste agenzie in agenzie prigioniere dell’industria farmaceutica, alimentare e delle altre industrie che dovrebbero vigilare; riportare le agenzie alla scienza di base e alla medicina basata sull’evidenza; rendere l’America di nuovo sana, per porre fine all’epidemia di malattie croniche». Per dipingere il quadro entro cupo entro cui sarà chiamato a lavorare, Kennedy Jr. aveva fatto un paragone con gli anni in cui suo zio era alla presidenza degli Stati Uniti: «Quando mio zio era presidente, il 6% dei nostri figli aveva una malattia cronica. Oggi sono il 60%. Quando mio zio era Presidente, il 3% degli americani era obeso. Oggi il 70% è obeso o in sovrappeso». Kennedy Jr. definisce la situazione della salute dei cittadini statunitensi come una «questione esistenziale», riferendosi alla quantità di sostanze chimiche presenti negli alimenti che altrove sono illegali, facendo l’esempio dell’Europa.
    «La guerra della FDA contro la salute pubblica sta per finire», aveva scritto Kennedy Jr. sui social media poco prima delle elezioni, riferendosi alla Food and Drug Administration, l’ente che approva gli alimenti e le sostanze al loro interno così come i farmaci e i vaccini. In merito a questi ultimi, il futuro Segretario della Salute ha detto che non è contro ogni tipo di vaccino ma che ritiene che i cittadini statunitensi debbano avere tutte le informazioni necessarie, in maniera trasparente, per poter prendere in autonomia le proprie decisioni. Durante l’emergenza pandemica, Kennedy è stato molto critico rispetto ai vaccini Covid-19, alle informazioni veicolate ad un pubblico terrorizzato e alle politiche sanitarie intraprese. «Faremo in modo che gli americani abbiano buone informazioni in questo momento. La scienza sulla sicurezza dei vaccini in particolare ha enormi deficit e faremo in modo che questi studi scientifici vengano condotti e che le persone possano fare scelte informate sulle loro vaccinazioni e sulle vaccinazioni dei loro figli», ha detto Kennedy a NPR.
    Durante la medesima intervista, Kennedy Jr. ha parlato della fluorizzazione dell’acqua che negli Stati Uniti avviene da decenni – introdotta per migliorare l’igiene dentale – la quale sarebbe responsabile di disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini, artrite, problemi alla tiroide, cancro delle ossa e maggior facilità della loro rottura. Ha quindi spiegato che la nuova amministrazione Trump agirà subito affinché i sistemi idrici degli Stati Uniti rimuovano il fluoro dalle acque pubbliche.

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  • Le proteste contro il turismo si diffondono in tutta Italia (e ottengono i primi risultati).
    Nov 18 2024
    Le proteste contro il turismo si diffondono in tutta Italia (e ottengono i primi risultati).
    Le proteste contro il turismo di massa stanno ormai raggiungendo tutto il Paese. A Milano, da mesi i cittadini hanno creato una mappatura dal basso delle keybox, le scatole contenenti le chiavi degli appartamenti dedicati ai turisti, marcandole con adesivi lilla e gialli. A Napoli, due mesi fa è stato organizzato un presidio contro il numero eccessivo di case destinate agli affitti brevi, e recentemente si sono mobilitate anche Roma, Firenze e Bologna. Da nord a sud, insomma, le proteste contro il turismo di massa stanno crescendo sempre di più, mentre nel frattempo arrivano i primi risultati: a Firenze, la sindaca, Sara Funaro, ha annunciato che nel 2025 entrerà in vigore il divieto di installare le cassette portachiavi fuori dalle case per turisti, e anche il Comune di Milano ha dichiarato che verranno rimossi i lock-box dallo spazio pubblico urbano.
    Il movimento contro il fenomeno dell’overtourism in Italia è sempre più ampio e coeso. Ormai ha raggiunto gran parte delle maggiori città del Belpaese, diffondendosi da nord a sud tra cortei e atti di sabotaggio. Oggetto principale del boicottaggio turistico sono le cosiddette keybox (anche dette lockbox, o smartlock), piccole scatole chiuse contenenti le chiavi di un appartamento, sbloccabili unicamente attraverso un codice di verifica fornito dal proprietario dell’alloggio. Negli ultimi mesi, questo genere di “lucchetto intelligente” ha iniziato a comparire in grandi quantità in tutte le maggiori destinazioni turistiche del Paese, venendo affisso fuori dalle case o nelle aree a esse circostanti; a Roma, addirittura, ne sono stati messi alcuni sopra i pali della segnaletica stradale.
    Tra chi si limita a segnalare i lucchetti con adesivi, come a Milano e a Firenze, e chi li rimuove con le tronchesi, come a Roma e a Bologna, il sabotaggio dei lockbox sembra ormai diventare strutturale. Gli attivisti cittadini, tuttavia, non si limitano a colpire gli smartlock, ma si stanno mobilitando anche attraverso cortei e altre azioni dimostrative. A Napoli, due mesi fa, un gruppo di attivisti mascherati ha affisso manifesti sulle serrande di un’edicola dismessa come segno di protesta contro i troppi b&b in città, lanciando una campagna di mobilitazione cittadina. Nello stesso periodo, a Bologna, i cittadini hanno bloccato un autobus per turisti «per denunciare la turistificazione e le contraddizioni dello sviluppo» della città. A Roma, al posto degli smartlock, sono comparsi dei cappelli di Robin Hood, per costruire un «Giubileo dei poveri» con cui soppiantare il «Giubileo dei ricchi», iniziativa poi ripresa anche a Bologna, «perché non diventi solo una città per ricchi». A Milano, invece, lo scorso sabato il comitato dei Navigli, lo stesso che ha promosso la mappatura dei lucchetti intelligenti, ha organizzato un corteo per ricordare a tutti che «questa città non è un albergo».
    Mentre le proteste crescono e giungono in tutta Italia, la lotta all’overtourism inizia a ottenere i primi risultati. A Firenze, la sindaca, Sara Funaro, ha presentato un piano di dieci punti per contrastare il turismo di massa nel centro della città: questo prevede misure che vanno dal divieto di utilizzo delle keybox in area Unesco, alla limitazione dei veicoli atipici, fino al divieto di utilizzo di amplificatori e altoparlanti. Nella stessa Firenze, come a Genova e a Bologna, sono stati introdotti regolamenti per limitare le affittanze brevi. A Milano, invece, come nel capoluogo toscano, verrà vietata l’installazione di lucchetti intelligenti nello spazio pubblico urbano; una prima piccola vittoria, che però gli attivisti intendono fare seguire ad altre: «Ora, come Chiediamo Casa, ci aspettiamo di andare avanti nei lavori sul tema degli affitti brevi attraverso la sperimentazione di una normativa locale che sappia immaginare, come già avvenuto nei comuni di Firenze, Genova e Bologna, l’approvazione di provvedimenti innovativi che mettano dei limiti all’esplosione degli alloggi turistici», hanno rivendicato gli attivisti.

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  • Un nuovo rapporto del Pentagono ha rivelato centinaia di avvistamenti UFO.
    Nov 18 2024
    Un nuovo rapporto del Pentagono ha rivelato centinaia di avvistamenti UFO.
    Contiene centinaia di casi di palloni, uccelli e satelliti identificati erroneamente, ma anche avvistamenti di fenomeni aerei non identificati (UFO) che sfidano qualsiasi tipo di spiegazione razionale e racconti riguardanti personale militare “seguito” o “pedinato” da veicoli volanti sconosciuti: è il contenuto dell’ultimo rapporto sui fenomeni anomali non identificati (UAP) pubblicato dal Pentagono e contenente l’intera documentazione riguardante il periodo compreso tra il 1° maggio 2023 e il 1° giugno dell’anno corrente. Nonostante il dossier rifletta un crescente interesse pubblico per l’argomento, non sembrerebbe destinato a risolvere nessun dibattito riguardante l’esistenza della vita aliena sulla Terra: «È importante sottolineare che, fino ad oggi, l’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO) non ha scoperto alcuna prova di esseri, attività o tecnologia extraterrestri. Nessuno dei casi risolti da AARO ha evidenziato capacità avanzate o tecnologie rivoluzionarie», sottolineano infatti gli autori del rapporto.
    Gli “oggetti volanti non identificati”, o UFO, sono un argomento che da decenni suscita fascino e speculazione sia per il pubblico che per i governi di tutto il mondo. Negli ultimi anni, con lo scopo di adottare un approccio più rigoroso e scientifico verso la comprensione di questi eventi misteriosi, il termine ufficiale si è evoluto in “fenomeni anomali non identificati” o UAP. Tali sforzi sono culminati nel 2022 ovvero quando, in risposta alla crescente pressione pubblica e a inquietanti segnalazioni da parte di piloti militari, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha deciso di istituire l’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO) per analizzare e risolvere i casi legati agli UAP.
    Secondo il rapporto appena pubblicato dal Pentagono, in collaborazione con l’Office of the Director of National Intelligence (ODNI) e altre agenzie governative, sono state ricevute un totale di 1.652 segnalazioni fino ad oggi, di cui ben 757 emerse tra maggio 2023 e giugno dell’anno corrente (contenenti però anche 272 episodi relativi a date precedenti che non erano ancora stati denunciati). Tra tutti i nuovi casi segnalati, 49 sono stati risolti concludendo che si trattava di oggetti comuni come palloncini (70% dei casi), uccelli (8% delle segnalazioni) o droni, 243 sono in attesa di essere inseriti nella stessa categoria tramite la revisione finale che è ancora in arrivo, mentre 444 segnalazioni sono state archiviate a causa della mancanza di dati e prove che avrebbero consentito agli investigatori di determinarne l’origine. Tuttavia, i restanti 21 casi risultano non ancora plausibilmente spiegati e, secondo il documento, richiedono analisi e dati aggiuntivi. Il direttore dell’AARO Jon Kosloski ha commentato dichiarando che alcuni tra questi erano «casi interessanti» non spiegabili né da lui, né dalla sua «formazione in fisica e ingegneria» e dalla sua esperienza «nella comunità di intelligence»: «non capisco, e non conosco nessun altro che li capisca», ha aggiunto. Infine, nonostante il documento avverta che non esistono ancora ad oggi indicazioni o conferme che attribuiscano tali attività ad «avversari stranieri», sono stati riportati due casi di problemi di sicurezza durante il volo e tre rapporti in cui i piloti sarebbero stati «inseguiti da oggetti anomali non identificati».
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