• Ruhr - Gelsenkirchen & Oberhausen, piogge e orizzonti baltici

  • Jun 25 2024
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Ruhr - Gelsenkirchen & Oberhausen, piogge e orizzonti baltici  By  cover art

Ruhr - Gelsenkirchen & Oberhausen, piogge e orizzonti baltici

  • Summary

  • Cominciò così, un po’ per scherzo, un po’ per frustrazione, in un 1904 in bianco e nero, calciando una palla tra le mie vie, quelle di Gelsenkirchen spesso vuote, fredde e piovose. Un manifesto sulle porte dello stadio annunciava la prossima partita. Uno di loro, un po’ per frustrazione, ma senza nemmeno scherzare troppo, tirò fuori una penna, cancellò il nome di una delle squadre e scrisse quella della sua e dei suoi compagni: Westfalia Shalke. Poi, ovviamente, se ne andò scappando appena lo videro, in fondo erano dei ragazzi. Un gruppetto, questo, che amava il calcio, tanto, tantissimo, ma i documenti non raggiungevano la maggiore età, e quindi nessuno li accettava. E fu da lì che cominciò, un po’ per orgoglio, un po’ perché c’era troppa energia nell’aria, l’avventura dello Shalke 04, la squadra di Gelsenkirchen, ospitata prima nella Glückauf-Kampfbahn, “l’Arena della Felicità”, il primo stadio, per poi spostarsi, nel 1973, al Parkstadion e, infine, nell’attuale Veltins Arena, giusto a inizio millennio. Nello stesso periodo in cui si calciava quella palla, tra le pareti bagnate delle vie, tutti quelli che non seguivano il calcio in città, non molti, ma sapete, comunque c’erano, si trovavano a condividere quella sensazione galvanizzante: loro, però, erano invece eccitati di vedere le terre distanti e i ponti del Mare del Nord, che grazie al nuovo canale tra il Reno e la Herna erano semplicemente a un biglietto di distanza. Confini ridefiniti, mappe che si rimpiccioliscono. Palpiti e tremolii. E l’industria, signori e signore, l’industria: da quando avevano aperto la ferrovia da Colonia a Minden, nel 1847, tutto era cambiato, si era persino scoperta la pietra nera che brucia, proprio qui sotto, nel mio terreno, a Gelsenkirchen! Sapevo anche di un’altra città, non molto distante, che era proprio scoppiata con questa storia di estrarre materiali dalla terra. Si chiamava, vediamo, se non sbaglio, ah sì, Oberhausen. Lì c’era un’azienda grossa, molto grossa, che da sola ha fatto crescere tutta la zona. Quest’azienda qui, la GHH, ha poi creato talmente tanti edifici e uffici e magazzini, che per forza alcuni poi sarebbero rimasti vuoti. E Oberhausen cos’ha fatto quindi? Li ha riusati come spazi espositivi ed eventi, e sì, anche feste. Soprattutto il gasometro, il piú grande dEuropa, abbattuto nella guerra e ricostruito poi, e anche lì oggi si fanno molte esposizioni, sembra quasi un teatro, con quelle sue gradinate che tengono fino a 500 persone. Pazzesco. Qualcosa di simile l’ho fatto anch’io, non per vantarmi: il Parco Nordstern era infatti un’importantissima miniera, poi quel periodo finì, e ora si è trasformato in un importantissimo parco paesaggistico. Lo si può vedere in tutto il suo splendore dall’alto, e più precisamente dalla Torre Nordstern, vicino all’Ercole di Gelsenkirchen, una barba blu e un fisico non propriamente eroico, ma comunque simbolo è e rimane. E mi chiedo, mi chiedo io, Gelsenkirchen, se, fosse ancora vivo, cosa direbbe Rutger von der Horst di quell’Ercole, dal suo castello lì vicino, lui che incarnava, a movimenti e parole, il nuovo aristocratico, politico certo, ma anche umanistico, sensibile, durante quel Rinascimento tedesco così particolare e vivace. Era maresciallo, sapete, di Colonia, sì sì, la moglie Anna ne parlava in giro molto bene, era così orgogliosa. Me lo chiedo, ma sono domande un po’ ballerine, lo so, perché qui da me, Gelsenkirchen, nessuno è abituato a guardarsi indietro, si pensa solo a migliorarsi. Capita la stessa cosa quando vedo le biglietterie del primo stadio dello Schalke, invecchiate dal tempo e le intemperie, e mi rifugio per qualche minuto nei ricordi di quei cuori che battevano così bene, così all’unisono, mentre tiravano una palla bagnata in giro per la città, già immaginando i colori delle future magliette. La Ruhr si trova all'interno dell'ITINERARIO CULTURALE INDUSTRIALE presente sul sito ufficiale dell'ente turistico tedesco. Consultalo per idee di viaggio alla scoperta dei siti UNESCO della Germania.
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