Era un giorno come un altro, un giorno come un altro per tutti gli altri esseri umani sulla terra. Era un giorno speciale per me. Per me che ero stato svegliato nel bel mezzo dei miei sogni. Per me che stavo sempre con papà, nella sua macchina tutta rotta, ma che tra un rumore sinistro e una frizione bruciata, ci portava dappertutto. E fu così anche in quel viaggio all’ospedale.

Musiche Originali
Davide Torchia

Sono le 10 di sera. Mamma e papà sono andati a dormire presto stasera. Sono venuti vicino a me, sul mio letto. Mi hanno raccontato la mia favola preferita: “L’omino della pioggia”, ormai la so a memoria. Ha tanto da fare l’omino della pioggia, sempre ad aprire e richiudere i rubinetti. Qualche volta fa piovere e qualche volta inaridisce i campi.

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Davide Torchia

È strano come in un solo istante ogni cosa fosse cambiata. A 4 anni, come ogni bambino che cresce da solo fino ad una certa età, se così si può dire, mi sentivo davvero unico, unico e soprattutto l’unico. Certo, le mie giornate non erano poi così piene, dopotutto anche la mia immaginazione aveva dei limiti, limiti dati dalla “solitudine” del figlio unico.

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Davide Torchia

Era raro che i miei genitori mi dessero un succo di frutta. Hanno sempre pensato di darmi cose naturali, molto meglio una spremuta e, quindi, per far finta che fosse uno dei tanti succhi di frutta del supermercato mi facevo dare una cannuccia e puntualmente prosciugavo il bicchiere. Ero seduto al tavolo della cucina. Avevo i miei inseparabili LEGO vicino a me e il succo terminato alla mia destra.

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Davide Torchia

Sveglia alle 7.30, le serrande si aprono poco a poco per non far entrare troppa luce, insomma sono sveglio ma sono ancora dentro il letto. Mi rigiro un attimo su un lato per avere la conferma che devo alzarmi davvero, così subito arriva il bacio di papà e mamma sulla mia guancia calda con un goccio di bava che cola.

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Davide Torchia

Ciao a tutti, mi chiamo Andrea e sono, anzi ero, un bambino molto calmo, composto. Sapevo come ci si sedeva a tavola, come ci si doveva comportare fuori casa e soprattutto non facevo mai e poi mai i capricci. Beh forse qualcuno, ma non ero un recidivo. La mia vita era perfetta insieme a mamma e papà. Ero il loro orgoglio e potevano sempre contare su di me e io su di loro. Sapete ero il re della casa. Ero il re fino a che non sono arrivati i miei fratelli minori, la mia sorellina Chiara e il mio fratellino Giulio.

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Davide Torchia