Tutti a scuola

By: Radio 24
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  • Scuole che chiudono, ma anche scuole che resistono e si inventano nuovi modelli didattici. Una scuola tutta da raccontare quella della pandemia. Ogni lunedì, dalle 9.30, all'interno di "Uno, nessuno,100Milan", uno spazio curato da Maria Piera Ceci. Testimonianze ed esperti per dare voce ai protagonisti del mondo della scuola.

    2008 Radio 24 Il Sole 24 ore
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Episodes
  • Lo scrittore Galiano ai maturandi: "Fate esplodere la voce repressa in un anno e mezzo di pandemia
    Jun 14 2021
    Un anno scolastico faticosissimo per insegnanti e ragazzi quello che si è chiuso. Per molti le vacanze sono già cominciate. Per i maturandi invece siamo alla vigilia di questo esame di Stato versione Covid, con l'unica prova orale in presenza. Ed è proprio una ragazza all'ultimo anno del liceo scientifico la protagonista dell'ultimo romanzo di Enrico Galiano, in libreria fra qualche giorno con "Felici contro il mondo", edito da Garzanti.

    D. Nelle prime pagine del libro emerge il peso di Gioia, la protagonista, e dei suoi compagni per questa maturità che diventa una sorta di ossessione per i professori, questo ripetere continuo in classe l'incombere della prova. 

    R. Noi insegnanti usiamo la parola "esame" come una sorta di spauracchio-minaccia che sventoliamo fieri dal primo giorno dell'ultimo anno, nell'illusione che serva a spronare i ragazzi ad impegnarsi di più. In realtà si ottiene questo risultato solo in una minoranza di studenti. Io con la mia classe ho adottato una tecnica: non nominiamo mai la parola "esame" che per noi diventa come Voldemort: il "voi sapete cosa". Ottengo un certo effetto dissacrante.

    D. Gioia si sente a scuola come i settori deserti delle librerie, come un libro con dentro scritte un sacco di cose, ma che nessuno ha voglia di leggere. Un'immagine molto triste della scuola, che non sa leggere le pagine scritte dentro la testa e il cuore dei ragazzi

    R. E' forse il tipo di sentimento che più spesso ricevo nei messaggi degli adolescenti. Sono lì ma sembra loro che nessuno li veda. In realtà il loro è un libro interessante. Sono proprio gli adolescenti più silenziosi che hanno più cose da dire.

    D. L'ansia dell'esame e l'ansia del dopomaturità. Anzi, come la chiama Gioia, la futuransia. Ci sono i liceali che già hanno le idee chiare e sanno già cosa fare dopo. Ma la maggior parte dei ragazzi è come la protagonista del libro: che si chiede come sia possibile che a 18 anni debba decidere cosa fare nella vita quando a malapena riesce a decidere che marca di cereali le piace di più. Forse la scuola dovrebbe comunicare meno futuransia e orientare un po' meglio, aiutarli a scegliere.

    R. Credo che la domanda: "Cosa vuoi fare da grande" abbia perso il senso che aveva una volta. Fra dieci anni sarà cambiato tutto. La domanda che dovremmo fare ora è; "Cosa vuoi essere". In una società che cambia con questa velocità inchiodarli a delle etichette (banchiere, architetto, pittore) è bluffare sul mondo che c'è là fuori. 

    D. Nel messaggio inaugurale dell'anno scolastico, la protagonista vorrebbe esprimere questo augurio ai suoi compagni: che possa non essere mai un anno così così. Per molti studenti la scuola si traduce proprio in anni così così. Quest'anno ne è stato un fulgido esempio: con la didattica a distanza tanti insegnanti hanno colto la sfida e fatto lavori bellissimi. Tanti altri hanno lasciato i ragazzi marcire davanti ai computer.

    R. E' difficile quello che facciamo. A volte l'impressione degli studenti è di stare al banco in ore così così, senza passione, senza entusiasmo. Non è un luogo dove trovare se stessi secondo i ragazzi. E questa mi pare un'occasione mancata, un'occasione sprecata. Cerco di dirmelo sempre come insegnante. La protagonista del mio libro mi guarda e mi dice: "Occhio a non diventare un insegnante così così".

    D. Che augurio possiamo fare a questi ragazzi, che si apprestano ad affrontare la maturità e a tuffarsi poi nel mondo dei grandi, con una cassetta degli attrezzi quest'anno un po' più sguarnita, causa isolamento, causa paura, causa ansia da Covid?

    R. L'esame è una sfida importante ma non sarà mai l'esame di maturità a dirti se sei maturo. Dentro l'esame non c'è tutto: "Se riesco sono un vincente se non riesco sono un fallito". E' un momento di conoscenza di se stessi, ma non diamo all'esame troppo peso. La seconda cosa da fare è questa: i nostri ragazzi dovranno prendere tutta l'energia che hanno accumulato in questo anno e mezzo di pandemia e che hanno trattenuto, represso, chiuso dentro di loro. Dico ai ragazzi: fatela esplodere questa voce, so che c'è e non vedo l'ora che ci facciate vedere quello che siete. 
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  • Simulazione d'impresa in classe per Loris Penserini, Teacher of the Year 2021
    Jun 7 2021
    Junior Achievement lo ha incoronato Teacher of the Year, il miglior insegnante dell'anno. Parliamo di Loris Penserini, docente di informatica all'istituto tecnico economico del Polo 3 di Fano. Junior Achievement è un'associazione che ormai da anni affianca gli insegnanti nell'"Impresa in azione", cioè li aiuta a realizzare in classe imprese simulate, che talvolta poi diventano vere imprese, vere start up.
    "Con la mia classe ho aiutato i ragazzi a creare dei software, delle applicazioni per giochi orientati alla didattica: le materie sono quelle di geografia, matematica, economia, pensate per la scuola primaria e secondaria di primo grado. Il senso è quello della peer education, cioè i miei ragazzi possono aiutare i loro compagni più giovani" - spiega Penserini a "Tutti a scuola".
    Un modo anche per risvegliare interesse in studenti che la pandemia ha costretto nell'ultimo anno alla didattica a distanza.
    "Attraverso "Impresa in azione" ho cercato di ridare stimolo alla voglia di partecipazione dei ragazzi, in drastico calo durante la pandemia. Queste attività mettono al centro del progetto i ragazzi, che tornano così ad essere parte attiva della lezione. In questo modo si contrasta anche la piaga sociale dell'abbandono scolastico, piaga che si è aggravata con la crisi Covid. Cerchiamo metodologie didattiche innovative per stimolare i ragazzi e far tornare loro la voglia di restarci a scuola. Si è visto che funziona molto bene portarli in ambiti ambulatoriali, applicando la didattica del learning by doing, cioè dell'imparare facendo. Coworking, fablab, spazi creativi stimolano i ragazzi. Si mettono a disposizione degli studenti macchinari dell'industria e professionisti. Un lavoro utile anche per l'orientamento. Un ragazzo orientato male è infatti un ragazzo che poi ha maggiori probabilità di abbandonare la scuola".
    Penserini per aggiornare continuamente i suoi metodi didattici studia anche i metodi applicati in altri Paesi. Una possibilità offerta gli insegnanti dai programmi Erasmus a loro dedicati.
    "Si tratta di progetti Erasmus che servono per incoraggiare i docenti a creare fra loro una sorta di contaminazione didattica. Si va a vedere cosa fanno negli altri Paesi e gli insegnanti di altri Paesi vengono a vedere cosa facciamo nelle nostre scuole. Un modo per scambiarsi le best practice, per arrivare tutti ad avere metodologie innovative. Siamo stati al fab lab di Monaco di Baviera, sono stato shadow teacher nelle scuole maltesi. In questo caso ci sediamo assieme ai ragazzi in aula e ascoltiamo, prendiamo appunti e facciamo domande durante le lezioni. Le iniziative europee stanno sempre più permeando la scuola italiana, molti insegnanti approfittano di questi progetti, ma purtroppo in molte scuole non si investe abbastanza in questa direzione".
    Tempo di esami di maturità, come arrivano i suoi studenti a questo appuntamento?
    "Sicuramente siamo tutti molto stanchi, ma i ragazzi lo sono più di noi. Penso che i docenti abbiano fatto un lavoro eccelso e i ragazzi non devono preoccuparsi: le modalità dell'esame di Stato sono diverse dal solito, con un'unica prova orale, la commissione composta dai docenti interni. E' stata riconosciuta la difficoltà del momento".
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  • Vacanze studio all'estero più difficili con Covid e Brexit
    May 31 2021
    Ultimi giorni di scuola, tempo di pensare alle vacanze. E spesso per gli studenti è tempo di pensare a come migliorare la conoscenza della lingua inglese, ormai diventata così importante, anche in vista dell'iscrizione all'università, all'estero o anche in Italia per i corsi che vengono tenuti il lingua. Per tante famiglie è consuetudine mandare i propri figli a studiare d'estate nei Paesi anglo-sassoni. Nel 2019, quindi in tempi preCovid, sono stati 110mila gli studenti italiani che hanno fatto l'esperienza di una vacanza studio all'estero, fra viaggi individuali e gruppi guidati. L'Italia è il primo mercato per le vacanze studio per il Regno Unito e per gli Stati Uniti. 
    Ma quest'anno un'impresa non semplice, a causa della Brexit e del Covid. "Il nostro riscontro anche quest'anno è di un grande interesse" - racconta a Tutti a scuola, su Radio 24, Vittorio De Paola, referente per l'Italia della Cambridge Assessment English, istituto specializzato nelle certificazioni linguistiche. "L'Italia è un Paese che negli anni ha organizzato tante esperienze di studio all'estero. La pandemia però ha avuto un impatto anche sui viaggi studio. In particolare per la Gran Bretagna restano al momento le restrizioni: ci sono regole che vanno rispettate in base al Paese di provenienza. Il governo inglese ha diramato delle linee guida che prevedono per gli italiani quarantena e doppio tampone. Bisogna informarsi con attenzione presso le strutture ricettive. Molti college si sono attrezzati". 
    La quarantena di fatto rende impossibile la classica vacanza studio di due settimane, anche se quest'anno molte associazioni si stanno organizzando con offerte diverse: soggiorni linguistici in Italia con insegnanti madrelingua, crociere rivolte ai ragazzi con annesso pacchetto di lezioni di inglese. "Il consiglio è di informarsi bene prima di decidere di partire, ma soprattutto di considerare il viaggio studio come un momento che rientra in un percorso più strutturato. Non basta andare all'estero per 15 giorni per imparare l'inglese. Bisogna iniziare da piccoli, procedere step by step e frequentare corsi di lingua tutto l'anno. Il viaggio deve diventare un momento per allenare quanto imparato". 
    Restrizioni Covid, ma anche la Brexit ha complicato le cose. "La Brexit ha reso più articolato l'accesso nel Regno Unito anche per motivi di studio. E' stato introdotto un sistema a punti per ottenere il visto. Nello specifico bisogna ottenere 70 punti, 10 dei quali vanno raggiunti dimostrando una competenza linguistica B2, che va attestata con una certificazione linguistica riconosciuta". 
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