• II Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria» di Luigi Vittorio Bertarelli
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    II Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    - Paesaggio bagnato
    - Pizzo - un muro storico
    - Caleidoscopio
    - Il panorama del Tirreno e dell'Jonio
    - Soveria Mannelli ovvero un paese dell'Ottentozia
    - Garibaldi

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  • Garibaldi - IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria» di Luigi Vittorio Bertarelli
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    Nel bosco, in uno spazio donde si riparte la strada per Nicastro, sorge all'ombra degli annosi alberi un alto obelisco di marmo, poggiato sopra un gran dado quadro e una gradinata.
    Una sola l'iscrizione, e sono parole di Garibaldi, semplici ed epiche come l'uomo: «dite al mondo che, alla testa dei miei bravi calabresi, qui ho disarmato 12.000 soldati borbonici».

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  • Soveria Mannelli ovvero un paese dell'Ottentozia - IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria»
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    Tocco gli 800 metri, poi i 900; poi scendo a 700 e risalgo a 800.
    Salute! finalmente, all'imbrunire, sono a Soveria Mannelli!
    All'entrata del paese, posto su un altipiano che mi ricorda quello di San Marcello Pistoiese, vedo una persona a modo: salto di macchina e gli chiedo come si mangia e si dorme a Soveria.
    - Ma, signore, di regola qui non si mangia né si dorme, perché non ci sono osterie neppure di infimo ordine.
    - Allora dunque rimarrò qui morto cadavere, poiché se oggi i chilometri che ho fatti sono solo 120, le salite passano i 2.000 metri!
    - Ebbene vediamo se posso tenervi in vita - mi risponde sorridendo quel signore (un colonnello dei carabinieri in ritiro, andato lassù perché sua moglie è di Soveria); e a furia di cercare mi trova un angolo per le ossa e una tavola per lo stomaco.

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  • Il panorama del Tirreno e dell'Jonio - IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria» di Luigi Vittorio Bertarelli
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    Questa salita sotto Tiriolo è talcosa che varrebbe da sola la pena del viaggio.
    È quello il punto classico donde si vedono a un tempo e l’Jonio e il Tirreno.
    Per chilometri e chilometri la strada sulla cresta della catena che come una spina dorsale della Calabria finisce a Reggio, domina un'estensione enorme di paese, tutta la punta dello stivale d'Italia, coi due mari che in quel luogo dista in linea retta solo 27 km.
    Ma il luogo più straordinario, quello che mi trattenne mezz'ora estatico è poco sotto il paese di Tiriolo.
    Volgendomi a mezzodì, la catena appennina, come un dorso irregolare, dai miei piedi va fino verso Reggio dove si alza e si allarga formando il poderoso Aspromonte, chiomato d’abeti.
    Da questa catena medesima, innumerevole valli e valloncelli scendono da una parte al mar Jonio e dall'altra al Tirreno.

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  • Caleidoscopio - IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria» di Luigi Vittorio Bertarelli
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    Dal Capo Vaticano al Capo Suvero sono 50 km di spiaggia dove acqua e terra sono dipinti di tali luci che nessuna tavolozza saprebbe riprodurre: la diversità di tono nell'unità di gamma, il vario nell'uniforme.
    Dai pensi ai giardini di Tropea fino all'estremità del Piano dell'Amato è un succedersi di bellezza insieme e di bellezze di dettaglio nella natura varia, imponente e vergine.
    Splendidi convolvoli dalle rosee corolle pendono come liane dei sumeri contorti, si allacciano lentischi impenetrabili, cespugli di camomilla quasi arborea mescolano le loro mille margherite al verde dei quercioli; grandi cardi selvatici monocromi, e fichi d'India assiepano il ciglio della strada; rilucono come occhi felini sui frassini le cantaridi; armenti di montoni neri, più sporchi del possibile, le ricurve corna spesso rotte, pascolano sulla scogliera, guardati da cani ringhiosi.
    È un caleidoscopio.

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  • Pizzo - un muro storico - IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria» di Luigi Vittorio Bertarelli
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    Appena fuori di Mileto la strada ridiscende al mare, che tocca a Pizzo.
    Vedo il cimitero di Pizzo, bellissimo, ricco di marmi e di funebri edicole come poche città possono vantarne; vedo in basso le rovine del vecchio castello ove il 13 agosto 1815 venne fucilato Murat.

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  • Paesaggio bagnato - IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli da «Cicloturisti in Calabria» di Luigi Vittorio Bertarelli
    Nov 16 2024
    Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
    Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
    Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.

    Luigi Vittorio Bertarelli: Diario di un cicloturista di fine Ottocento - Da Reggio Calabria ad Eboli
    IIa Tappa - Da Mileto a Soveria Mannelli

    Ohimè, piove!
    Qui, in questo paese ove sono insicuro dai cappelloni, mi resta ancora un nemico: l'acqua!
    Parto da Mileto che vien giù di rotta, fredda, pesante non ci sono scappatoie, bisogna pigliarsela. Tre chilometri dopo Mileto comincia una salita dura, durissima che va su fino a 520 metri.
    I tourniquet si svolgono sotto piante annose in un paesaggio vario ma ... troppo bagnato!

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  • Se Dio era così, era un Dio socialista da «Il mondo dei vinti» di Nuto Revelli
    Nov 14 2024
    Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
    Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
    E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.

    La Montagna: Testimonianze di vita contadina

    Giuseppe Antonio Bruno, detto Giuseppe ‘d Testa, nato a Demonte, frazione Cornaletto, classe 1892, contadino.

    Eravamo padre, madre, due fratelli e due sorelle: un altro fratello era morto quando aveva tre mesi, era morto forse di tubercolosi perché le stalle erano malsane.
    Nel 1919 sono tornato a casa, in congedo.
    C'erano le elezioni al comune, c'era la propaganda, c'era il comizio sulla piazza di Demonte.
    Mi pareva che il socialista parlasse meglio degli altri, perché cercava di aiutare il piccolo.
    Con pochi compagni ho fondato la sezione socialista.
    Alle elezioni il «socialista» è rimasto in minoranza perché il popolo non capiva, ma siamo riusciti gli eletti in quattro.
    I contadini avevano paura dei socialisti, dicevano che era l'anarchia.
    Avevamo i preti contro, i preti mentre dicevano messa facevano propaganda.
    Noi invece eravamo costretti a fare la propaganda di nascosto, passando ogni sera di casa in casa. I nostri nemici ci criticavano, dicevano di noi: «Si riuniscono a complottare. Sono pochi. Che cosa credono di combinare? Niente».
    Abbiamo cominciato in una ventina, e man mano che uscivamo con delle ragioni giuste il partito aumentava.
    Il prete dal pubblico diceva: «Ma voi socialisti credete o non credete che esiste Dio?»
    Noi non potevamo rispondergli perché rispettavamo la chiesa.
    Ma capivamo che il prete usava un modo prepotente di fare la propaganda politica.
    Noi eravamo cristiani, ma dicevamo: «La politica è una cosa e la religione è un'altra».
    Perché Dio è salito sul Monte Sinai, e ha detto al basso popolo: «Fuggite da lì, dove vi fanno lavorare sotto il bastone, dove vi fanno trascinare l'aratro; e poi loro mangiano il pane e voi mangiate solo miseria».
    Se Dio era così, era un Dio socialista, che voleva una società giusta, nuova, e non dei ricchi.
    Era un Dio che diceva: «Venite con me sulla montagna, che non sarete più sfruttati, che non sarete più schiacciati».
    Noi non eravamo contro la religione, noi dicevamo dei preti: «Ci credete voi in Dio? O fingete di crederci per dominare il basso popolo?»

    Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html
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