• Music Talk 096 - 10/05/2022 - Daniele Baldelli

  • May 10 2022
  • Length: 23 mins
  • Podcast

Music Talk 096 - 10/05/2022 - Daniele Baldelli

  • Summary

  • Dalla balera alla discoteca, dal lento allo shake, dall'orchestra alle consolle, Daniele Baldelli è uno dei primi dj italiani. E si racconta e ci svela i segreti di un'epoca. “Prima degli anni Settanta non esisteva la discoteca. Nelle sale da ballo regnava la musica dal vivo. Successivamente, si iniziano a ballare i dischi, in alternativa o come pausa musicale delle orchestre. Ecco esordire i primi dj. Dovevano... metter su i dischi, semplicemente uno dopo l'altro. Sarà più avanti che riusciranno a sovrapporre uno o più brani, mixare i pezzi esprimendo la propria abilità. Diventeranno artisti capaci di giocare con i dischi, anche magistralmente, divulgando tutto il loro sapere. Investendo nella ricerca musicale e nella tecnica. Avventuriamoci insieme in questo affascinante viaggio alla scoperta di una professione che ha fatto storia”. È il 1969 quando inizia la carriera di Baldelli. Per caso, in quell'anno, giovanissimo, trova un talent scout, il gestore del Tana Club Discoteque che era stato in Francia, dove aveva visto alcuni music bar che si chiamavano… discoteque. A Baldelli viene proposto di fare il “metti dischi”. “Non esistendo né mixer né preascolto, il mio compito si limitava soltanto a programmare i dischi che erano già stati scelti dal gestore del locale. Si procedeva abbassando il volume del giradischi sul quale girava il 45 giri che si stava ascoltando e alzando il volume di un altro giradischi dove era pronto un altro 45 giri. Naturalmente non esisteva la tecnica di mixaggio”. Un eventuale spazio vuoto non era rilevante, agli albori della professione del disc jockey. “Era un mestiere ancora tutto da inventare. Non avevo modelli a cui fare riferimento e in assenza di apparecchiature, che sarebbero arrivate più tardi, cercavo di inventarmi un metodo per far sì che la musica avesse una certa continuità. Non amava molto quella pausa che c’era tra un disco e l’altro”. Baldelli cercava di sentire il rumore che faceva la puntina quando raggiungeva il primo solco del disco, per capire che era il momento di alzare il volume. Oppure incideva delle tacche sulla variazione di velocità del giradischi Lenco per avere dei punti di riferimento. Oppure, ancora, attaccava delle etichette adesive sul disco per individuare il punto esatto di partenza della music. Nel 1970 il dj passa al Tabù Club di Cattolica. La musica che suona ai tempi si divide in bianca, di provenienza europea, e nera, di estrazione americana. “Si parla sempre di 45 giri (o seven inch) per il periodo. Costavano 600 lire. L’album, che costava 3.300 lire, era quasi sempre una spesa inutile, perché l’unico pezzo ballabile contenuto usciva su 45 giri. Così in quell’anno si mescolavano dei dischi europei, che erano quasi sempre canzonette allegre e commerciali, con dischi americani soul, rhythm&blues e funky di artisti come Arthur Conley, Joe Tex, Wilson Pickett, James Brown, Rufus Thomas, Lyn Collins. Naturalmente, reperire questo materiale non era sempre facile”. Di solito il dj si limitava a servirsi dell’unico negozio musicale presente nel proprio paese. Daniele Baldelli, invece prendeva il treno e si recava a Lugano: in Svizzera c’era un negozio chiamato Radio Columbia. Qualche volta andava fino a Parigi, dove riusciva a reperire dischi d’importazione. “Un altro particolare sulle serate in discoteca negli anni 70, era che la musica veloce che si ballava come shake veniva alternata da lenti. La proporzione era di 5 shake per 5 lenti; poi col passare degli anni, trenta minuti di shake e 3 lenti”.
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