EPISODIO 91- LO ZEN E IL TIRO CON L'ARCO - EUGEN HERRIGEL Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/ Im Dong-Hyun, è un atleta della corea sud, è stato per un periodo il numero 1 al mondo nella disciplina del tiro con l’arco. Ha partecipato a tre olimpiadi vincendo l’oro a squadre, e ha battuto diversi record. Durante le olimpiadi di Londra nel 2012 ha stabilito un record di 699 punti con 72 frecce. Non ho ben chiaro che cazzo significa in termini pratici ma pare essere un qualcosa di formidabile. Cosa rende questo arciere particolare? è praticamente cieco. E attenzione io ho detto olimpiadi non para-olimpiadi. Lui distingue i colori, soprattuto il giallo che è il colore che si trova al centro del bersaglio. Questo non riconosce i volti, vede delle forme, ma a 70 metri riesce a distinguere e percepire debolmente il colore giallo del centro. La domanda è la solita, come cazzo fa uno che è non vedente al 90% da un occhio e all’80% dall’altro a diventare per un periodo il numero uno al mondo nella disciplina del tiro con l’arco. Come cazzo fa? Come fai a non innamorarti di storie del genere. Questo è libri per il successo- crescita personale da strada, siamo all’appuntamento 91, sono tornato, dopo qualche mese di pausa. Questo episodio ha molto a che fare con il fatto che mi sia fermato e vi racconterò i motivi di questo blocco di questa assenza. Ero in volo da Shangai a Roma, e ho letto un piccolissimo libro di Eugen Herrigel, un tedesco, professore di filosofia, tra l’altro ha insegnato questa materia anche a Heidelberg. Si intitola lo zen e il tiro con l’arco. Oggi usiamo la parola ZEN in maniera insensata, credo che siamo immersi in una superficialità impressionante, uno sente una cosa, legge un titolo di giornale o vede un post o un reel su Instagram o Facebook e crede di avere tutte le informazioni necessarie per parlare di quell’argomento, l’ignorante sa molto, l’intelligente sa poco il saggio non sa niente, l’imbecille sa sempre tutto. la realtà è che nessuno sa un cazzo, ma tutti parlano di tutto, lo trovo drammatico. Fatto sta che sento spesso dire questa persona è molto zen, MA VAFFANCULO. Che vuol dire raggiungere lo Zen, come si pratica, come possiamo noi persone occidentali con una vita frenetica e molto simile a un criceto su una ruota che gira sempre sullo stesso posto, come possiamo applicarlo, e inserire nella nostra esistenza un metodo, un modello di pensiero di approccio nuovo, che possa poi estendersi e contagiare altre aree della nostra esistenza. Rimaniamo dove siamo, ma cambiamo il modo di vedere quello che ci circonda, questo è l’obiettivo di oggi. Prendiamo spunto dal libro lo zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel Il caro Eugen nel 1924, quindi un secolo fa, ebbe la possibilità di trasferirsi in Giappone per insegnare filosofia all’università imperiale di Sendai, e visto il suo grande interesse per il mondo e la cultura orientale e lo Zen decise nel tempo libero insieme a sua moglie di dedicarsi a questo e lo fece attraverso una delle discipline più mistiche del Giappone, il tiro con l’arco, una dottrina che in giapponese si chiama Kyudo. Ora dobbiamo comprendere che qui si parla di disciplina non di sport, in senso tradizionale, questa è un arte marziale, trascende dalla battaglia, un rito, non è mirata a una competizione al raggiungimento di un risultato, l’arciere prende di mira se stesso, è una questione di vita o morte, di crescita di evoluzione. E lo zen si può raggiungere affidandosi a dei maestri che ti accompagnano in attività come appunto il tiro con l’arco, ma ce anche la spada, o l’arte della disposizione dei fiori, ognuna di queste non ha un fine esteriore bensì interiore, ed è un mezzo per arrivare a raggiungere un distacco una coscienza e una consapevolezza che può successivamente diventare parte dell’identità della persona che si prende la briga di dedicare degli anni a un processo del genere. L’uomo occidentale davanti a questi concetti rimane di sasso, non capisce perché non dovrebbe esserci un risultato un premio un punto di arrivo, è un libro estremamente difficile da comprendere per una mente abituata ad arrivare da qualche parte. Vedete lessi da qualche parte una frase, l’uomo occidentale quando vede un fiore meraviglioso tende a raccoglierlo, quello orientale ad ammirarlo. un arte senz’arte, a un tiro che non è un tiro, e l’arciere diventa sia la freccia sia il bersaglio, il maestro diventa allievo, l’allievo diventa il maestro. Il principio la fine, la fine il principio. tutto si concentra in un unica essenza, è disorientante. Non si capisce un cazzo se lo leggi, lo capisci se lo fai. Alcuni principi nella vita si possono comprendere solo con l’esperienza....